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martedì 26 aprile 2016

Parole in prestito - il libro di Daniela Palmieri


Il treno scivolava sulle rotaie dal Piemonte al Salento. Poche persone, pochissime parole, ognuno avvolto nei suoi pensieri e nelle proprie letture. In borsa avevo, come si conviene per viaggi lunghi, un quotidiano pieno zeppo di notizie che quando le hai scorse ti dici “ma chi me l’ha fatto fare di leggerlo?”
Stramba vita in questi tempi, guerre, terrorismi, incidenti, politica che scorda l'etica... 
Poi l’immancabile settimana enigmistica perché serve a passare il tempo e a fare una ginnastica mnemonica alla ricerca di parole. Anche questa l’ho scorsa facendo alcuni schemi che amo. 
Però il viaggio vero è iniziato quando ho preso in mano Parole in Prestito, il pamphlet di Daniela Palmieri. Il suo sorriso pacato, che ho avuto modo di conoscere frequentando la sua libreria, e le sue parole scritte mi hanno accompagnato e mi hanno insegnato cose sconosciute. Come spesso accade leggendo libri coinvolgenti, ho fatto un viaggio nel viaggio.   
“Questa è una storia di fantasmi…” inzia così Parole in prestito.
Un libro piccolo ma denso, un dialogo sull’onda della memoria delle esperienze vissute, delle emozioni dense ma restituite alle pagine scritte con una leggerezza invidiabile. Fantasmi, ricordi, che partono dal momento in cui la vita sembrava fuggire via, quel corpo “per la prima volta lontano da me” dopo l’incidente che fu fatale per Edo, suo padre.
Fantasmi che tornano, svolazzano nella nuova vita, nella rinascita senza un pezzo importante, il padre rapito dalla morte, con una madre caparbia e determinata a voler portare avanti la libreria. E proprio quel luogo di carta e di libri diventa un microcosmo e un mondo che avvolge tutta la sua vita e nel quale si snodano mille altre storie.
Da lì passano “grandi”:  Cerami, Cassola, e altri autori, fino a quell’alessandrino diventato salentino d’adozione, Roberto Cotroneo che rimarrà ammaliato da quella storia e ne scriverà. E passano i clienti esigenti o meno, divertenti o austeri.
La libreria fatta nascere da un padre già calciatore con la passione dei libri, aiutato da un nonno sempre vestito di tutto punto, elegante e coperto anche in estate, che fa da contabile.
Per Daniela la libreria diventa il mondo intero, quello dell’adolescenza, dei suoi studi, delle pile di libri, con le letture divorate. Con la madre sempre presente, lei pure lettrice accanita, attenta, caparbiamente fiera. 
Daniela Palmieri
Mentre Daniela cresce piano piano, fra "profumo di caffè e di crema, il cinema in parrocchia la domenica", in una Lecce a tratti silenziosa, poi prorompente, irruente.
Quella libreria “…mai troppo sullo sfondo, è stata la finestra sul mondo quando non il mondo stesso…”.
E mentre Daniela mi accompagnava, quasi fosse seduta al mio fianco a raccontare, fuori dal finestrino scorreva l’Italia intera, Bologna, Pescara, Foggia, con mille storie nelle campagne e altre mille nel mare là fuori.
Si parla spesso di elaborazione del lutto, non so di cosa si tratti, penso sia solo un abituarsi ad un’assenza. Qualunque cosa significhi, Daniela è riuscita, con questo libro a farcene condividere il senso, a farci vedere un pezzo del suo mondo, a renderci complici della vita in una libreria che, per i leccesi, rimane La Libreria. Ricordo, quando arrivai a Lecce e cercavo un libro e qualcuno mi disse, devi andare alla Palmieri, lì trovi assistenza. Fu così, un ambiente come piace a me, fuori dalle griffe e da commessi che sanno utilizzare bene il computer ma non hanno la verve del libraio che si informa, legge, impara, intrattiene. E poi le serate dedicate alla lettura che sono oasi di sogni, ci si incontra, proprio come si faceva nelle librerie, volteggiano parole e pensieri dei Cassola, degli Staino, di Cotroneo, di tutti quelli passati da lì, di tutti quelli che hanno scritto, serate a tema.  Con i  lettori che delle loro parole si sono in qualche modo innamorati. 
Mai troppo in ordine, per carità, i libri si toccano, si sfogliano, si  guardano, si accarezzano, finchè non si trova quel titolo o quelle poche parole in quarta di copertina che ti fanno dire “è mio”. Daniela con il suo sorriso timido sta lì, lei conosce i clienti e solo dopo aver letto il suo libro si capisce l'anima di quel luogo, ogni scaffale, ogni fotografia appesa ai muri, ogni libro prende vita. 
Con sua madre che legge, si racconta,  a volte narra l’ultimo libro che sta leggendo appassionatamente. Sembra che non esistano libri brutti per la signora Palmieri… Sembra….
E proprio mentre finivo di mettere assieme questi pensieri, aprendo facebook, ho letto un post di Daniela che, guarda caso, potrebbe essere sintesi del libro stesso:
   
Non mi indigno, perché l'indignazione è dei forti; non mi rassegno, perché la rassegnazione è dei nobili; non taccio, perché il silenzio è dei grandi. E io non sono né forte, né nobile né grande. Soffro e sogno.
Fernando Pessoa

Daniela Palmieri – Parole in Prestito – I Quaderni del Bardo edizioni - € 7,00-

1 commento:

  1. Un libro emozionante. Racconta di memorie, di luoghi e momenti magici. una bella lettura.
    Diego D.

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