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mercoledì 29 marzo 2017

Crepet e Lottomatica, storia di perizie


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Ph:  barganews.com

“I social appaiono sempre più spesso come l'acqua calda che fa venire a galla gli gnocchi: così scopriamo quanto il mondo sia popolato di cinismo, indifferenza, crudeltà. Una spaventosa violenza gratuita si aggira tra le nostre case, dentro i nostri smartphone, tablet, computer. Un popolo di frustrati e impotenti tenta di darsi un'identità uccidendo l'altro, soprattutto se sconosciuto, imbelle, arreso. Forse ci siamo illusi di essere migliori, ma la rete, implacabilmente, ci smaschera e fa galleggiare il peggio dell'umano.” 

Così Paolo Crepet scriveva su  huffingtonpost a proposito del suicidio di una ragazza loscorso febbraio.

«…Non si tengono in considerazione alcuni effetti potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria sogni e le speranze...». Corriere.it 

Queste le parole utilizzate invece come perito di parte in difesa di lottomatica e delle slot machines.

In sostanza, secondo Crepet, i social portano al suicidio e all’omicidio, mentre il gioco d’azzardo è attività ludica socializzante.

La differenza abissale fra le due posizioni è evidente, i periti guadagnano un sacco di quattrini e alcuni sarebbero disponibili a dimostrare che Gesù Cristo è morto di freddo, nel caso. D’altronde il Paolo è ospite abituale di talk TV dove viene regolarmente pagato, pur lamentandosi che 750 euro per un’ora a Porta  a Porta sono una miseria (2014). Ma tant’è, lui è fatto così.
Ma veniamo al gioco d’azzardo, il procedimento che lo vede coinvolto come “esperto” (il virgolettato si impone) nel processo Lottomatica contro il Comune di Bergamo, reo di aver normato una materia che lo Stato si rifiuta categoricamente di regolamentare, lasciando il tutto nelle mani degli enti locali, nella fattispecie Comuni e Regioni. Molto spesso queste ultime emanano leggi che i comuni ben si guardano di rispettare, emblematico il caso di Lecce che consente di aprire una sala giochi a 390 metri da una scuola quando la legge regionale impone minimo 500 metri. Tuttavia ogni regolamentazione comunale e regionale, vista la mancanza di norme generali, passa regolarmente al vaglio di TAR, Consiglio di Stato e, come nel caso Melendugno versus gestori di sale gioco, della Corte Costituzionale che si dovrà pronunciare sulla legge regionale stessa. Un caos insomma, tuttavia amministratori avveduti vanno avanti a testa bassa, e spesso la spuntano, altre volte no e ci riprovano cambiando regole e norme, un una girandola senza fine.
In tutto questo si inserisce un Crepet qualunque che, a fronte di famiglie rovinate, minori in preda all’azzardo, usurai e “compro oro” che lucrano, dice che una persona di fronte ad una slot machine, al buio del retro di una tabaccheria o sala giochi, “socializza ed ha diritto ai sogni” . Se questa è socializzazione e diritto al sogno, il tipo che si masturba velocemente nel bagno della stazione potrà uscire dicendo di aver passato una meravigliosa notte d’amore.

Nessun problema Crepet, stai sereno, qualche conduttore televisivo ti inviterà presto, a pagamento si intende, a portare la tua saggezza. E poi chi se ne frega, chissà quanto hai munto alla vacca Lottomatica. 

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