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giovedì 4 maggio 2017

Giro d'Italia numero 100 - In ricordo di Scarponi e Pantani

Michele Scarponi
Il Giro d’Italia numero cento sta per partire. Sarà un’altra festa per il ciclismo mondiale. Tuttavia parte offuscato  dalla nebbia della morte. Michele Scarponi se ne è andato il 22 aprile scorso, alla vigilia di quel giro di cui sarebbe stato uno dei protagonisti. Uno stupido incidente in allenamento, l’incrocio, il furgone. La morte fu istantanea.
Con il Giro vengono in mente tanti ricordi, strade afose ai bordi delle quali lo aspettavamo le poche volte che passava vicino a casa, e il gruppo sempre compatto che sfilava in pochi secondi con il sottofondo del rumore delle catene che giravano. A malapena si scorgevano i volti dei ciclisti, meno male che la maglia rosa era riconoscibile, almeno potevamo dire di averlo visto.
Eddy Merckx
Ricordo i racconti di epici scontri fra campioni e campionissimi. Le narrazioni di due, trecento Km. di strade semisterrate, senza meccanici, se c’era un guasto il corridore doveva aggiustarselo da solo, ricordo i racconti di Girardengo, Binda, Bartali, Coppi e ancora altri, ricordo Eddy Merckx detto il  cannibale perché non lasciava nulla a nessun altro, voleva vincere tutto. E ci riusciva. Vinse cinque Tour de France e cinque Giri d’Italia, un mostro vero e proprio.

Ma il Giro ha anche ombre pesanti, inquietanti. Era il 1999, Marco Pantani, detto il pirata per la bandana che portava sempre in corsa, nella tappa di Madonna di Campiglio, due giorni prima della fine del giro, aveva praticamente conquistato la maglia rosa, nessuno avrebbe potuto colmare il distacco di 5 primi e 38 secondi che lo staccavano da Salvoldelli. Le due tappe successive erano pane per i suoi denti, sul Mortirolo avrebbe dato la zampata finale. La doccia fredda, gelata, arrivò quel maledetto 5 giugno, quando alle 10,10 vennero comunicati gli esiti degli esami antidoping. Marco Pantani risultava con ematocrito al 51% contro il limite massimo del 50% consentito. Fu la fine, l’esclusione per 15 giorni fu fatale per il pirata. In pochi credevano ad un Pantani dopato, anche Savoldelli rifiutò di indossare la maglia rosa il giorno successivo.
Da quel momento per Marco iniziò un giro negli infernali gironi della depressione. Provò più volte a rialzarsi, ma il convitato di pietra del male oscuro lo teneva in pugno. Fino al 14 febbraio 2004, quando venne trovato morto nella stanza del residence Le Rose a Rimini. Overdose di cocaina, dissero, però molti sospettano l’omicidio, giustamente. Troppi lati oscuri, troppi non detti, soprattutto la drammatica verità sui fatti di Madonna di Campiglio.
Renato Vallanzasca, noto criminale in galera, condannato a 4 ergastoli e a 395 anni di prigione, confidò di un colloquio con un detenuto di camorra poco prima di quel maledetto 5 giugno 1999 in cui gli disse: “non vincerà Marco Pantani il Giro”.
Marco Pantani
Indagini successive portarono ad un’intercettazione telefonica fra un detenuto di camorra ed un suo parente, il testo:

Uomo: “Mi hanno interrogato sulla morte di Pantani”.
Parente: “Noooo!!! Va buo’, e che c’entri tu?”.
U: “E che c’azzecca. Allora, Vallanzasca ha fatto delle dichiarazioni”.

P: “Noooo”.

U: “All’epoca dei fatti, nel ’99, loro (i Carabinieri, ndr) sono andati a prendere la lista di tutti i napoletani che erano…”.
P: “In galera”.
U: “Insieme a Vallanzasca. E mi hanno trovato pure a me. Io gli davo a mangia’.Nel senso che, non e’ che gli davo da mangiare: io gli preparavo da mangiare tutti i giorni perche’ e’ una persona che merita. E’ da tanti anni in galera, mangiavamo assieme, facevamo societa’ insieme”.
P: “E che c’entrava Vallanzasca con sto Pantani?”
U: “Vallanzasca poche sere fa ha fatto delle dichiarazioni”.
P: “Una dichiarazione…”.
U: “Dicendo che un camorrista di grosso calibro gli avrebbe detto: ‘Guarda che il Giro d’Italia non lo vince Pantani, non arriva alla fine. Perche’ sbanca tutte ‘e cose perche’ si sono giocati tutti quanti a isso. E quindi praticamente la Camorra ha fatto perdere il Giro a Pantani.Cambiando le provette e facendolo risultare dopato. Questa cosa ci tiene a saperla anche la mamma”.
P: “Ma e’ vera questa cosa?”.
U: “Si’, si’, si’… si’, si'”.

Altre indagini hanno portato gli inquirenti alla conclusione che la camorra “costrinse” il medico addetto alle analisi, ad alterarne i valori per far perdere Marco Pantani ed incassare milioni di euro dalle scommesse clandestine e non. Si sa infatti che la malavita organizzata gestisce in prima persona moltissimi punti scommessa legali, grazie alla latitanza di una legge nazionale che regolamenti il tutto.
Il baratro, la fine di una carriera, la fine di un mito.
Gli sport, purtroppo, sono spesso nelle mani di criminali che sfruttano la dabbenaggine degli scommettitori, che non esitano ad ammazzare, che lucrano sul lutto.

In ciclismo era lo sport per eccellenza un tempo, da quel 1999 quanti giri d’Italia sono stati comprati e svenduti? Quante partite di calcio? Non lo sapremo mai, però guardiamo con più disillusione e ricordiamo Scarponi, Marco Pantani e tutti gli eroi positivi.

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