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lunedì 17 luglio 2017

17 luglio 1979, Somoza fugge da Managua

Il 17 luglio 1979, Anastasio Somoza Debaye, dittatore del Nicaragua, fugge precipitosamente da Managua portandosi appresso la cassa con i fondi internazionali per la ricostruzione a seguito del disastroso terremoto del 1972 che uccise oltre 10.000 persone e rase al suolo Managua. Da allora la città è estata ricostruita solo in parte in quanto la famiglia Somoza intascò i quattrini della solidarietà internazionale.
Nato a Leon il 5 dicembre 1925, fu l’ultimo membro della famiglia Somoza a governare ininterrottamente dal 1936 il Nicaragua. Secondo figlio di Anastasio Somoza Garcia. “Tachito” (così era soprannominato il dittatore) studiò negli USA e all’accademia militare di West Point. Dopo l’assassinio del padre, il fratello maggiore divenne presidente, lui gli successe facendosi eleggere nel maggio 1967. 
Dittatore sanguinario, mise fuori legge tutti i partiti di opposizione e, dopo il terremoto, venne rieletto. La Chiesa cattolica raffreddò molto i rapporti con il dittatore, grazie anche al sacerdote e poeta Ernesto Cardenal, che diventerà poi ministro con i sandinisti.
Cardenal era esponente di spicco della teologia della liberazione, fortemente osteggiata da Giovanni Paolo secondo che vedeva di buon occhio le dittature e tacciava gli oppositori tout court come “comunisti”. Emblematico l’incontro a Roma fra il papa e Oscar Romero, arcivescovo di El Salvador che verrà massacrato dal criminale D’Abuisson mentre diceva messa. In quell’occasione Woytila fu molto freddo con Romero facendogli intendere che non si difendono i comunisti.
Quel che rimase dell'auto di Somoza
Nel 1979 il Frente Sandinista de liberacion national strinse accordi con moderati illuminati e riuscì a entrare in Managua mentre il dittatore fuggiva precipitosamente. Lo stesso Jimmy Carter raffreddò i rapporti con il dittatore.

Anastasio Somoza Debayle venne assassinato in Paraguay, ad Asuncion dove si era rifugiato, il 17 settembre 1980. Ad eliminarlo fu un razzo anticarro sparato dal Capitan Santiago (Hugo Iruzun) che faceva parte di un gruppo di guevarisiti guidato da Enrique Gorriaran Merlo (Ramon), già dirigente dell’Ejercito Revolucionario del Pueblo. 

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