Per non dimenticare
Era il 2 ottobre 1968, Città del Messico si preparava per le olimpiadi
che sarebbero iniziate dal 12 dello stesso mese. Tutto era pronto, tutto
tranne quegli studenti che, in seguito agli avvenimenti mondiali del ’68,
protestavano e avanzavano richieste. Già dal 27 agosto i ragazzi scendevano
in piazza e venivano regolarmente dispersi. I giochi olimpici sarebbero
stati un avvenimento che portava il Messico nelle prime pagine dei giornali
di tutto il mondo, il presidente voleva offrire un'immagine pulita e serena
della nazione, gli studenti volevano aumentare la loro visibilità.
Il
presidente Gustavo Diaz Ordaz preparava l’esercito.
Il
2 ottobre, quel maledetto giorno, i ragazzi si ritrovarono in Plaza de las
tres culturas di Tlatelolco. Arrivò l’esercito con i blindati, arrivarono
elicotteri, arrivarono armati da ogni dove, circondarono la piazza e fecero
fuoco ad altezza d’uomo. I corpi dei ragazzi erano un tappeto su quella
piazza. Fu massacro per tutta la notte. I corpi venivano rimossi con i camion
della spazzatura. Gli uomini in divisa dissero, mentendo spudoratamente, che
dai ragazzi arrivavano spari. Il governo parlò di 34 morti, mai si è saputo
il numero esatto, sicuramente più di 300.
Nel
1997 il governo fece una commissione di indagine, Luis Echevarria Alvarez,
all’epoca segretario del governo, confessò che gli studenti erano disarmati e
che tutto venne preparato con cura per mettere a tacere le proteste.
Documenti
riservati della CIA e della Casa Bianca rivelarono che il Pentagono inviò in
Messico istruttori antisovversione e armi. Molti agenti della CIA si
trovavano in Messico in quei giorni, alcuni di loro in una nota informativa
scrissero che “la protesta verrà controllata in pochi giorni”.
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Negli
stessi scontri venne ferita da spari da un elicottero Oriana Fallaci. Creduta
morta venne portata in obitorio, un sacerdote si accorse che era viva e la
salvò.
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