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domenica 31 dicembre 2017

E vabbè, buon 2018

A fine anno di solito ci si dedica a bilanci, pensieri, proponimenti che puntualmente vengono disattesi. Banale dire che il 31 dicembre è solo il 31 dicembre, un giorno come un altro, solo che nell'immaginario diventa la fine e l'inizio di qualcosa di nuovo che nuovo non è. 
Comunque nel 2018 accadranno cose, in Italia si voterà e, a sentire i primi boatos della campagna elettorale, succederà che: 
pagheremo meno tasse, 
si lavorerà di più, 
saremo più ricchi, 
saremo sicuramente più belli. 
Chi promette flat tax, che è poi l'abbassamento verticale di tasse per i ricchi e la povertà per i poveri, addirittura anticostituzionale. Ma ben sappiamo che la Costituzione è un optional per molti. Qualcuno ha provato a stuprarla in due riprese, prima Silvio detto il breve, poi il Matteo da Firenze. E' andata loro malissimo.
Sicuramente ci saranno meno guerre in giro per il mondo (dicono), e l'Italia farà il suo dovere in merito proseguendo ad esportare armi ai paesi in guerra. 
Lotteremo strenuamente contro l'inquinamento da fonti di energia fossili costruendo nuovi gasdotti che passano in territori delicati e fragili e soprattutto passano sulla testa delle popolazioni locali che vorrebbero dire la loro sull'utilizzo del territorio e delle risorse. Ma il gas metano è una risorsa fossile o rinnovabile? Bah.
Nel nuovo anno saremo tutti più buoni, è vero. Molti sindaci verde vestiti faranno ordinanze nuove per impedire a volontari di offrire una tazza di latte caldo ai clochard, altri sindaci faranno panchine sulle quali sarà vietato sedersi per i non ariani e così via. La chiamano democrazia.
Nel nuovo anno alcune città saranno virtuose e faranno intravedere un futuro diverso, magari tortuoso, ma migliore, si azzereranno inutili opere poco dignitose per l'intelligenza (penso al filobus a Lecce),  si faranno piani traffico meno inquinanti, si favorirà la pedonalizzazione e la ciclabilità delle città. Alessandria pare vada in direzione ostinata e contraria a tutto ciò, ma ben sappiamo che la concezione di vivibilità deve rendere conto ai pacchetti di voti. L'automobilista e il commerciante che vuole le auto in pieno centro valgono alcune centinaia di voti in più delle persone che hanno una visione democratica e intelligente del bene comune.
Sicuramente non muterà il comportamento di chi parcheggia in doppia fila o sugli scivoli per carrozzine, però lo faranno in modo virtuoso: mettendo le quattro frecce che, come noto, significano "torno subito", non certo "luci di emergenza" come dice il codice della strada che è un optional, un fardello inutile quando non dannoso.
Nel 2018 sicuramente si scriveranno altre centinaia di libri, molti ne usciranno sul cinquantesimo del '68, molti analisti analizzeranno, storici storicizzeranno,  molti diranno "formidabili quegli anni", altri molti diranno che furono una sciagura. Ce ne faremo una ragione. 
Molti libri si scriveranno, molti di meno saranno letti. 
Insomma, un anno esattamente come molti altri già visti e passati. Rimarrà solo il rammarico di invecchiare inesorabilmente e un pensiero: chi muore a capodanno non muore più per tutto l'anno.
Buon 2018 a tutti!

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