Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

sabato 18 novembre 2017

Genocidio!

si chiamava Muhammed


Genocidio
[ge-no-cì-dio] s.m. (pl. -di)
• Metodico sterminio di un intero gruppo etnico o religioso

Siamo nel 2017, i liberatori e i partigiani che misero fine alla seconda guerra mondiale e alle più ignobili imprese del nazifascismo, ai campi di sterminio in Europa, e che a noi, in Italia,  regalarono la Carta Costituzionale che è un unicum al mondo e che all’articolo tre recita:

Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

E ancora  l’Italia e  l’Europa  aderirono alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che inizia con queste parole:

Articolo 1 - Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2 - Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Ogni cittadino italiano ed europeo ha il dovere ed il diritto di credere fermamente in questi trattati e nel loro rispetto. Non si tratta di dichiarazioni di intenti, ma di veri e propri impegni presi in nome di intere popolazioni in momenti in cui si usciva da conflitti che avevano fatto scempio della dignità umana con le più ignobili modalità.
Oggi, dopo 69 anni dalla dichiarazione universale, e a 72 dalla fine del secondo conflitto, con i partigiani che credevano fermamente di non dover mai più fare i conti con lo sterminio di intere popolazioni, con le guerre, con la fame, oggi a che punto siamo?
E’ sufficiente leggere le cronache degli ultimi giorni:

“Un rapporto dell'organizzazione non governativa Fortified Rights accusa il Myanmar di "genocidio" contro i Rohingya e di abusi e stupri di militari locali ai danni delle donne di questa minoranza musulmana. In questo documento pubblicato dall'ong assieme al Memoriale dell'Olocausto degli Stati uniti, si spiega che "le forze di sicurezza e i civili birmani hanno compiuto crimini contro l'umanità e hanno condotto una campagna di pulizia etnica". (tgcom24)

E scopri dai TG che nelle alte sfere non si parla mai di genocidio perché altrimenti “la comunità internazionale sarebbe costretta ad intervenire” (sic)

Con la scoperta che i migranti in Libia “vengono venduti all’asta”  (corriere)
Dopo che il ministro (ex PCI, attualmente PD) Minniti, con la complicità della U.E., ha siglato con la Libia vergognosi trattati per rispedire indietro i migranti sapendo benissimo che i diritti umani non venivano rispettati, tanto da meritarsi un serio richiamo dell’ONU stessa :

“Dura condanna all’Ue dell’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein in tema di migranti: “La collaborazione con la Libia è disumana, la sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza umana, serve proteggerli da ulteriori atrocità”. (fanpage)

E che di genocidio (un altro) si tratti, l’ha urlato forte il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando annunciando denucia contro l’Unione Europea per violazione dei diritti umani. E prosegue dicendo:  
“… Assume ancora più rilievo la Carta di Palermo, che è quella Carta che mi consente di rispondere, a chi mi chiede quanti sono i migranti nella nostra città, che non sono né 60 mila, né 70 mila, né 80 mila. A Palermo non ci sono migranti, chi arriva a Palermo diventa palermitano».
 E potremmo proseguire parlando di minacce atomiche (USA e Corea del Nord in primis) di guerre guerreggiate in troppe parti del mondo, dell’Africa ridotta a deserto dei diritti umani in molte parti. Potremmo dire delle stragi in nome di uno strano dio del terrore, dei palestinesi senza terra e dello scempio del territorio in ogni parte, altro tipo di genocidio, quello che vuole privare l’uomo del suo ambiente in nome del guadagno tutto e subito per pochi a discapito della salute di molti.  
Veramente pensiamo che i sogni dei partigiani e dei liberatori nella seconda guerra mondiale si siano infranti contro l’imbecillità e la viltà di un mondo che consente a pochissimi ricchi e super ricchi di governare le scelte di miliardi di persone, alle mafie di farsi impresa e creare PIL benedetto dal Minniti di turno.
Ecco alcuni temi di programma per le prossime elezioni. Vogliamo porci il problema dei genocidi chiamandoli con il loro nome o proseguiremo a crearne altri rimandando immigrati in Libia? Le voci del populismo più becero dicono “padroni a casa nostra”senza tener conto che casa nostra è il paese, la città, la nazione, il continente il globo che ci ospita. Lo urlano perché sono piccoli, miseri, lo urlano perché sono amici di chi provoca i genocidi chiamandoli birichinate “basta che siano a casa d’altri”. Lo urlano perché hanno il terrore di confrontarsi con altre persone, e purtroppo, anche se pochi, saranno comunque in troppi a votarli, perché è più comodo pensare che  un immigrato ruba il posto di lavoro, invece che ammettere che il lavoro è merce rara per tutti e qualcuno lucra giocando al ribasso sui salari e sui diritti per tutti, non solo per gli immigrati.
Lo fanno perché è ormai chiaro di come le guerre fra poveri sono il viatico per i non poveri per proseguire ad arricchirsi sempre e sempre più, alle mafie per governare sempre e sempre più. In tutto questo si insinua un malinteso cercar voti a qualunque costo, così accade che un Minniti qualunque possa impunemente chiamare democrazia (e di sinistra) una scelta antidemocratica (e di destra) che prevede il mandare Persone nella mani dei loro aguzzini.

Non erano queste  l’Italia e l’Europa ipotizzate e sperate da chi ci liberò dal fascismo, dal nazismo, dalla guerra.  

E l'ONU chiede all'Italia un pò di dignità: Dichiarazione ONU.

giovedì 16 novembre 2017

16 novembre, compleanno di Josè Saramago

JOSÉ SARAMAGO – LE PAROLE

0

Scordiamo le parole, le parole:
quelle tenere, dure, capricciose,
quelle dolci di miele, quelle oscene,
quelle di febbre e fame, le assetate.
Lasciamo che il silenzio dia senso
al pulsar del mio sangue nel tuo ventre:
che parola o discorso può mai dire
amare nella lingua del mio seme?


Josè de Souza Saramago nacque a Azinhaga il 16 novembre 1922, morì a Tias il 18 giugno 2010. Poeta, scrittore, giornalista, critico letterario. Premio Nobel nel 1998.
Le sue ceneri sono sepolte sotto un ulivo alla Fondazione Josè Saramago a Lisbona.

mercoledì 15 novembre 2017

Ascoltando il Bolero di Ravel

Ci sono emozioni che nascono dal semplice ascolto di una musica, dalla lettura di parole che si insinuano dentro di te, ossessivamente.
Come ossessivo è il Bolero di Maurice Ravel.
La ballerina russa Ida Rubinstein commissionò al maestro una composizione tratta dalla suite di Iberia composta da Isaac Albeniz, tuttavia per questa gli eredi non diedero il consenso, così Ravel compose un pezzo al tempo del Bolero,  nacque così la composizione che immediatamente ebbe un successo planetario. La prima esecuzione fu l’11 gennaio 1930 diretta dallo stesso autore.
Dice la cronaca che durante la prima esecuziione una signora del pubblico iniziasse ad urlare dicendo che l’autore era un pazzo. Ravel tempo dopo affermò “la signora ha ben compreso il pezzo”.
“Il brano è strutturato dalla ripetizione di due temi principali A e B, di diciotto battute ciascuno, proposti da strumenti diversi. I temi si sviluppano sull' ostinato del tamburo,  e sull'accompagnamento armonico, spesso proposto in maniera accordale. La successione delle ripetizioni è disposta in un graduale e continuo crescendo, dal pianissimo iniziale fino al maestoso finale, per un totale di diciotto sequenze musicali (nove ripetizioni del tema A e nove del tema B). Il brano, tranne che per una breve modulazione in mi maggiore nell'ultima sequenza che apre alla cadenza finale, rimane sempre nella tonalità di do maggiore, sebbene nel tema B siano presenti elementi tensivi dominanti come il SIb ed il REb che lo differenziano dal tema A diatonico. L'organico orchestrale previsto è un' orchestra con l'aggiunta di un oboe d'amore, di tre sassofoni e di un gong . Con il procedere del brano, i temi vengono suonati da combinazioni di strumenti, al fine di aggiungere timbri all'orchestra.” (Fonte: wikipedia)