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mercoledì 29 novembre 2017

TAP, NOTAP e il professor Boero


Cantiere TAP militarizzato

La vicenda TAP assume contorni a volte grotteschi, spesso preoccupanti. A fronte di una decisione calata dall'alto senza tenere in alcun conto le popolazioni coinvolte, spesso, all'inizio, con il silenzio assenso delle amministrazioni comunali che non avevano ben compreso di cosa si trattasse, è nato un movimento dal basso che vede nella violenza al territorio, nell'espianto di ulivi anche secolari, nella solita tiritera che ogni governo da dieci anni ci rifila: “l’Europa lo vuole”, un vero e proprio sopruso. Soprattutto se consumato in uno dei luoghi più belli del Salento. A questo aggiungiamo che a fronte di sbandierati impegni all'utilizzo di energie alternative, si vuole pervicacemente fare un’opera che dovrà percorrere decine di KM in terra di Salento per congiungersi alla rete SNAM per utilizzare le vituperate energie fossili.
Secondo un’indagine de L’Espresso, la TAP nel suo insieme puzza maledettamente di infiltrazioni malavitose, finanziarie hoff shore, soldi sporchi, e questo dovrebbe quanto meno allarmare i fautori del tubo sotto il mare.
Così non è, il governo e il parlamento tutto, ad eccezione dei cinque stelle che vorrebbero cavalcare la protesta, e della sinistra fuori dal PD, tacciono. Per quest’ultima rimane il dubbio, dando per scontato che sarà D’Alema il candidato salentino al Senato, non fu proprio lui a volere fortemente TAP?
I deputati e i sottosegretari salentini del Partito Democratico, invece, tacciono e sono favorevoli a TAP. Non così moltissimi sindaci PD, insomma, un pasticciaccio degno del paese dei balocchi.
L’Opera però si deve fare ad ogni costo, a prescindere da ogni protesta. E per farlo la questura e la prefettura non esitano addirittura a militarizzare il territorio, alzare muri e filo spinato, impedire ai contadini di raggiungere i loro poderi, impedire ai pescatori di raggiungere il mare se non con percorsi tortuosi, tagliare fuori dalla civiltà le famiglie che vivono all'interno della cosiddetta “zona rossa”. Ogni giorno carabinieri e polizia in assetto antiguerriglia, molti ospitati a spese della comunità in un noto hotel nel centro di Lecce, fanno la spola dandosi il cambio per “proteggere i lavori”.
Sembra una storia già vista, sembra che qualcuno voglia pervicacemente provocare lo scontro, fare una prova di forza sperando che qualche “pazzo” sedicente NOTAP caschi nel tranello e magari lanci un sasso per poter procedere ad arresti, perquisizioni e quant'altro.
Si vuole provocare, come già per i NOTAV, qualche imbecille che pensi che è l’ora della guerriglia e rovini un movimento nato dal basso, con mille ragioni, con proteste sentite, urlate, ma mai sopra le righe. E ben sappiamo che questi individui esistono (mandati o meno siano) e possono colpire in ogni momento per offrire comodi alibi alle forze dell’ordine.
Al momento il movimento NOTAP è stato forte, ha tenuto bene e con dignità anche a fronte delle provocazioni delle forze dell’ordine, l’auspicio è che si prosegua così, con la solidarietà diffusa conquistata fin’ora.

In realtà le posizioni sono variegate fra contrari e favorevoli al gasdotto, a parte la politica ufficiale, esistono anche scienziati e studiosi che difendono l’opera. Con loro occorre, è indispensabile il dialogo, soprattutto quando sono in buona fede. Le scritte che additano vigliaccamente il Professor Boero, che ho il piacere e la fortuna di conoscere, hanno un amaro sapore di provocazione di stampo diverso da quello NOTAP che abbiamo conosciuto. La sua posizione è nota, magari non condivisibile, ma pulita, schietta, il volerlo additare come possibile bersaglio di proteste che magari qualcuno può leggere in modo strano è non solo non condivisibile, ma rischia veramente di riproporsi come un boomerang contro il movimento stesso. Boero si è distinto negli anni come strenuo difensore dell’ambiente marino, ricordiamo che di biologia marina è docente riconosciuto a livello globale, se qualcosa che va oltre le scritte dovesse mai accadere, cadrebbe anche moltissima solidarietà attorno al movimento stesso. Non è vero che una scritta non ha mai fatto male, a volte una scritta è un sasso lanciato in acque chete e provoca onde. TAP va fermata con tutti gli strumenti legali utili a fermarla, senza cadere nelle provocazioni di soldati in armi né di utili idioti. Parlare di sabotaggio, pur con le sottili disquisizioni lessicali che ne fa qualcuno, è di per sé un cattivo segnale, sabotaggio, nel parlare comune, ha un significato preciso, al di là delle sentenze passate e future.