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venerdì 9 febbraio 2018

CGIL, ARCI e ANPI si arrampicano sugli specchi a Macerata?


A Macerata un criminale, Luca Traini, militante della destra estrema, spara dall’auto contro alcuni immigrati. Fermato, scende dall’auto avvolto nel tricolore e facendo il saluto romano.
Subito le destra estrema e Salvini tentano di sdoganare il tutto come il gesto di un pazzo, cosa specularmente opposta sarebbe successa se a sparare fosse stato un immigrato, gli stessi che scendono in piazza (Forza Nuova e Casa Pound) per chiedere la liberazione del criminale, avrebbero urlato contro i terroristi, ma tant’è.
Il gesto non è stato di un pazzo, ma di una persona sicuramente esaltata, comunque contigua ed allevata nel brodo di cultura della destra estrema stragista e neonazista, la lunga mano di scelte che sono partite dal dopoguerra, dai servizi segreti deviati, dalle logge massoniche occulte, dai Pino Rauti e suoi sodali. Gli stessi che utilizzano persone sostanzialmente deboli come il Traini per compiere efferati delitti, per mettere bombe sui treni e nelle banche, colpendo nel mucchio, esattamente come succede per altri terrorismi ed altri terroristi. 
A fronte di questo gesto criminale, oltre che della rinascita troppo tollerata di movimenti che mitizzano ed inneggiano al fascismo ed al nazismo, a formazioni che, nonostante la Costituzione, hanno i loro simboli sulle schede elettorali, si è levata una protesta immediata e diretta di molti centri sociali e associazioni, la convocazione per sabato 10 febbraio di una manifestazione nazionale a Macerata, città del criminale Traini, fra queste, a garantire l’istituzionalizzazione della manifestazione e una presenza importante e vigile perché tutto si potesse svolgere in maniera corretta, senza eccessi, le importanti adesioni di ANPI, CGIL, e ARCI.
Romano Carancini, sindaco del PD di Macerata, a questo punto, forse tirato per la giacchetta da qualche telefonator cortese romano o toscano chiede di sospendere ogni manifestazione per evitare disordini nella sua città.
ANPI, CGIL e ARCI aderiscono alla richiesta ben sapendo che la mianifestazione si terrà egualmente senza i loro vessilli nazionali. Ci saranno, come ovvio sia, delegazioni di tutte e tre le sigle a titolo personale che mostreranno in questo modo il loro dissenso da una decisione così inconcepibile, inutile e dannosa per la democrazia stessa delle organizzazioni. E forse molte tessere iniziano a volare.
La domanda è infatti una sola : è plausibile lasciare la piazza senza un presidioo democratico ufficiale? E’ credibile un’organizzazione antifascista che si piega al volere di un sindaco di provincia non scendendo in piazza contro il fascismo in un momento in cui le destre estreme dilagano?  
Ed è plausibile farlo con un documento che dice chiaramente che il ministro Minniti, dello stesso partito del sindaco di Macerata, vuole vietare qualsiasi manifestazione, mettendo sullo stesso piano quelle fasciste da quelle democratiche ed antifasciste?

Per fortuna moltissimi tesserati delle tre organizzazioni rinunciatarie saranno a Macerata portando comunque la testimonianza di democrazia, purtroppo la mancanza delle segreterie sarà vissuta come abdicazione non tanto al cretinismo politico di un sindaco, piuttosto alle organizzazioni che fieramente urlano “Traini Libero”. E sicuramente verrà garantita una manifestazione pacifica pur se arrabbiata. Sempre ammesso che il caposceriffo da Roma, Minniti, non dia ordini diversi, come già fece un suo precursore tempo fa, si chiamava Giafranco Fini ed era in questura a Genova durante il famigerato G8.